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A proposito di Torri gemelle e complotto

Scritto da:

Elia Mercanzin

I complotti esistono, a tutti i livelli e accompagnano l’umanità dalla notte dei tempi.

Il complotto siamo noi

.

Sostanzialmente, esistono cinque posizioni interpretative (o atteggiamenti esistenziali) riguardo al 9/11.
Sui social media, al bar, alla macchinetta del caffè in azienda si confrontano infatti:

  • i sostenitori della tesi Inside Job, cioè della presunta teoria della cospirazione/auto-attentato (che chiamerò “Complottisti” da qui in avanti).
  • i più o meno filo-americani, pro-occidente in ogni caso, strenui e permalosi difensori della “versione ufficiale” e dello scontro di civiltà (Occidente democratico e civile VS Terroristi islamici incivili) all’origine dei fatti (chiamerò “Americani” questa categoria da qui in avanti).
  • i razionalisti scettici (“Illuministi contemporanei” in questo post) i quali, pur non abbracciando la posizione ideologica degli “Americani”, sostengono la versione ufficiale se non altro perchè i controversi fatti al centro della discussione, sarebbero in realtà scientificamente spiegabili (fate attenzione: non spiegati bensì spiegabili) e, quindi, secondo questa corrente di pensiero, la ricostruzione offerta dai Complottisti sarebbe frutto di fantasie più o meno malate o, peggio, di desiderio di visibilità da parte degli esponenti più accreditati della tesi cospirazionista che riuscirebbero a prendere all’amo migliaia di creduloni del web (più o meno paranoici) per mero interesse personale.
  • Il “cauto osservatore dubbioso”, cioè il “cittadino medio” il quale valuta le varie versioni con estrema cautela, misurando le sue affermazioni, trovando in entrambe elementi convincenti ma non esaustivi. Egli si mantiene in mezzo, nella sicurezza del “sì, ok, però mi par assurdo, non si sa bene, non capisco, non ci sono le prove, vuoi dirmi veramente che… etc”, apparentemente non eccessivamente coinvolto ma intimamente inquieto.
  • Gli “ignavi indifferenti”, anch’essi senza un posizione precisa a riguardo ma non per scelta più o meno ragionata, come gli “osservatori dubbiosi” di cui sopra,  bensì proprio per prosaica indifferenza al tema.

Non ho intenzione di analizzare nel dettaglio i fatti: ne citerò alcuni “macro” solo come aggancio per la mia analisi (do per scontato un minimo di conoscenza dei passaggi controversi “chiave” della vicenda).

Torri gemelle complotto

Chiarisco che non mi sto rivolgendo ai complottisti o agli illuministi contemporanei, (entrambi con una posizione identitaria molto netta e difficilment modificabile) tantomeno agli americani o agli ignavi indifferenti (figuriamoci…).
Mi rivolgo invece a chi si riconosce nell’identikit del cauto osservatore dubbioso perchè, credo, più disponibile alla riflessione (se sei giunto fino a questo punto della lettura molto probabilmente sei effettivamente un cauto osservatore dubbioso e ci ho azzeccato).

Torri gemelle complotto

Caro cauto osservatore dubbioso, il cul-de-sac a cui la tua riflessione sulla questione arriva (al netto di tutti i dubbi/ragionamenti più o meno tecnici sui fatti) è il seguente:

NON E’ POSSIBILE CHE GLI STESSI AMERICANI SI SIANO AUTO-ORGANIZZATI UNA COSA DEL GENERE. NON VOGLIO/POSSO ACCETTARE L’IDEA CHE UN GOVERNO PIANIFICHI E METTA IN OPERA UN COMPLOTTO COSI’ MOSTRUOSO AI DANNI DEI SUOI STESSI CITTADINI.
ANCHE SE FOSSE SAREBBE IMPOSSIBILE MANTENERE IL SEGRETO TRA TUTTE LE PERSONE COINVOLTE IN UNA COSA COSi’ GRANDE E LA VERITA’ ALLA FINE SALTEREBBE FUORI, QUALCUNO PARLEREBBE, SI RIBELLEREBBE.
NON PUO’ ESSERE.

E’ questo pensiero che fa vacillare nella tua testa la tesi dei Complottisti e, di riflesso, dare più credito agli illuministi contemporanei (non avendo altre spiegazioni a portata di mano).

Ma rimani dubbioso… e sai perchè?
Perchè da un lato ti rendi conto che ci sono parecchie evidenti assurdità nella narrazione ufficiale e dall’altro non riesci ad accettare ciò che queste considerazioni portano automaticamente con se.

Perdona la crudezza ma mi permetto di dire che la tua posizione è dettata principalmente dalla tua dimensione EMOTIVA.
La dimensione “logica” dei fatti diventa secondaria perchè sei consapevole che un auto-attentato del genere in qualche modo, volendo,  si può mettere in pratica ma ammettere che degli esseri umani arrivino freddamente a progettare atti così ripugnanti TI DESTABILIZZA COME ESSERE UMANO.
Ammettere che ciò è REALE e REALISTICO apre una voragine disgustosa sulla tua concezione di umanità, ti terrorizza ammettere che ciò può ricapitare, che la tua esistenza è potenzialmente esposta a poteri così disumani, totalmente privi di limiti e scrupoli.

Io proverò, proseguendo in questo post, a farti EMOTIVAMENTE (E LOGICAMENTE) ACCETTARE IL PRINCIPIO DI REALTA’ E A CONFRONTARTI CON ESSO.
PRINCIPIO DI REALTA’ CHE CI DIMOSTRA CHE IL “COMPLOTTO” E’ STRUMENTO TUTT’ALTRO CHE ORIGINALE DEL NOSTRO QUOTIDIANO E QUINDI ANCHE DI STRATEGIE A LIVELLI SUPERIORI, GIA’ SPERIMENTATE AMPIAMENTE NELLA STORIA.
ARRIVEREMO ASSIEME A GUARDARE AGLI ATTENTATI DEL 9/11 COME EVENTI PERFETTAMENTE INSERIBILI IN QUESTA “TENDENZA NATURALE” DELLA QUALE L’UMANITA’ NON PUO’ CERTO ANDAR FIERA MA DELLA QUALE E’ INSENSATO SORPRENDERSI.

Procedo.

Il complotto siamo noi.

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L’uso del termine che se n’è fatto fino ad ora nei media, ci ha abituati ad associarci l’immagine di un manipolo di carbonari, di soggetti bizzarri che si ritrovano in qualche ufficio fumoso per tirare le fila di qualche progetto malefico oppure l’idea di un qualche malvagio “Dr. Male”, col gattino in grembo, che governa attività occulte ai danni del mondo intero, come nei film di “007” degli anni 60.
Insomma, “Complotto” = Ridicolaggine, fantasia, ingenuità, paranoia.

Vediamo di riportare il concetto di Complòtto al suo significato reale, terra-terra, pratico, reale, concreto, spogliato delle sovrastrutture ereditate dall’immaginario comune e ampliando la definizione stringata che ne da il dizionario.

Un complotto altro non è che una strategia tesa ad ottenere un determinato risultato, pianificata e messa in atto all’insaputa dei soggetti che subiscono o subiranno le conseguenze del raggiungimento dell’obiettivo prefissato e/o all’insaputa dei soggetti che potrebbero ostacolare la strategia stessa.
La segretezza, va da sé, è elemento fondante, indispensabile.

Caliamo ora questa definizione in esempi concreti.

L’idraulico che propone lo sconto a fronte di pagamento “Cash” e la casalinga che accetta hanno, tecnicamente parlando, pianificato e messo in atto un complotto condiviso.

La moglie (o il marito, fate voi) che intrattiene una relazione extraconiugale all’insaputa del coniuge, degli amici, dei familiari, tra sotterfugi e bugie, mette ogni giorno in atto un complotto condiviso (con l’amante).

Il collaboratore infedele che, all’oscuro della propria azienda, intrattiene relazioni con soggetti concorrenti pianifica e mette in atto un complotto condiviso.
http://www.gialmainvestigazioni.it/blog/item/indagini-aziendali.html

Il vertice di un sindacato e il management che si accordano, dietro pagamento, con circa 300 dipendenti a conoscenza dei fatti, hanno tutti assieme messo in atto un complotto condiviso a più livelli nella scala gerarchica e di controllo.
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20Mercati/2008/09/siemens-tangenti-sindacato.shtml

Politici e imprenditori che per anni gestiscono illeciti accordi di spartizione di risorse hanno messo in atto un vasto e sofisticato complotto condiviso tra numerosi soggetti a più livelli nella scala gerarchica e di controllo.
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-06-04/appalti-mose-35-arresti-tangenti-coinvolti-sindaco-venezia-e-politici-074942.shtml?uuid=ABOBDWNB

La genesi di un prodotto “chiave”, la sua progettazione, le sue caratteristiche vengono mantenute il più possibile segrete, nascoste ai concorrenti e per far ciò si mette in atto un sofisticato complotto condiviso tra numerosi soggetti a più livelli nella scala gerarchica e di controllo (esempio di complotto al contrario).
http://www.iltempo.it/hitech-games/2014/04/01/iphone-6-una-fuga-di-foto-ne-svela-il-design-1.1235938

Decine di manager di istituiti finanziari e burocrati che scambiano facilitazioni e connivenze con tangenti in denaro, hanno messo in atto un vasto e sofisticato complotto condiviso tra numerosi soggetti a più livelli nella scala gerarchica e di controllo.
http://espresso.repubblica.it/attualita/cronaca/2013/03/28/news/centinaia-le-banche-tangentiste-1.52612

Multinazionali che si accordano per consolidare reciproci profitti manipolando il mercato del farmaco hanno messo in atto un vasto e sofisticato complotto condiviso tra numerosi soggetti a più livelli nella scala gerarchica e di controllo.
http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2013-02-16/faro-antitrust-novartis-roche-094613.shtml?uuid=AbnMszUH

I circa 60 senatori romani mandanti dell’assassinio di Giulio Cesare misero in atto un rischioso complotto condiviso tra più soggetti.
http://it.wikipedia.org/wiki/Cesaricidio

I militari, politici, funzionari e semplici cittadini tedeschi che nel 1944 furono arrestati e (molti di loro) giustiziati in quanto ritenuti colpevoli o complici del tentativo (fallito) di assassinare Hitler, pianificarono e misero in atto un sofisticato e rischioso complotto condiviso tra più soggetti.
http://it.wikipedia.org/wiki/Attentato_a_Hitler_del_20_luglio_1944

L’attacco navale ad opera dei Nord-Vietnamiti, preso come Casus Belli dagli Stati Uniti nel 1964 per intervenire nella guerra del Vietnam, oggi provato come mai avvenuto, è stato un un sofisticato e rischioso complotto condiviso tra numerosi soggetti a più livelli nella scala gerarchica e di controllo.
http://it.wikipedia.org/wiki/Incidente_del_Golfo_del_Tonchino

Il piano Northwoods che intendeva realizzare un finto attacco per giustificare un intervento armato contro Cuba da parte degli Stati Uniti negli anni 60,  fù annullato e mai messo in atto pur definito nei minimi dettagli, rappresenta un sofisticato e rischioso complotto condiviso tra numerosi soggetti a più livelli nella scala gerarchica e di controllo.
http://it.wikipedia.org/wiki/Operazione_Northwoods

(non è questo un “11 settembre” in piccolo? Cosa c’è di diverso nella sostanza e nella forma in questo progetto REALMENTE elaborato e validato dallo stato maggiore americano? Solo la tipologia di mezzi e strumenti!)

Destituire con le armi un presidente democraticamente eletto e istituire una dittatura militare significa mettere in atto un sofisticato e rischioso complotto condiviso tra numerosi soggetti a più livelli nella scala gerarchica di differenti organizzazioni complesse.
Il Cile e Salvador Allende

Caro cauto osservatore dubbioso, cosa si evince da questi eventi che ho selezionato per brevità tra gli innumerevoli possibili?

Si evince che:

  • il complotto come matrice di comportamento fa parte della nostra naturale esperienza quotidiana, talmente naturale che non riusciamo ad individuarla dietro alle vicende più semplici o banali.
  • il complotto, essendo come abbiamo visto una matrice comportamentale-strategica insita nell’agire umano, si manifesta, a chi si concentra con un minimo di lucidità sui fatti, in maniera identica in qualsiasi ambito in cui la discrezione (che si trasforma in segretezza) sia elemento fondante, indispensabile e cruciale per il raggiungimento di un obiettivo preciso.
  • il complotto, per concretizzarsi, non deve obbligatoriamente essere ordito tra un ristrettissimo numero di soggetti per essere efficace: è sufficiente che i soggetti coinvolti (pochi o moltissimi) abbiano sufficiente interesse o motivazione a partecipare e/o, di converso, sufficienti incentivi all’astenersi dall’intralciare, sabotare, svelare.
  • Non è obbligatorio che tutti i soggetti coinvolti siano a conoscenza dell’obiettivo reale o di tutti i dettagli del complotto (ragionevolmente il gruppo di congiurati che aggredirono armati di pugnale non erano necessariamente tutti a conoscenza dei motivi politici sottesi alla morte di Giulio Cesare mentre è certo che i marinai dei cacciatorpedinieri americani nel golfo del Tonchino nulla sapessero di far parte di una messa in scena; gli uni e gli altri erano sul luogo dei fatti per eseguire un ordine o per fare meramente il proprio “dovere”)
  • il complotto minore (idraulico/casalinga) quindi si differenzia dal complotto maggiore (operazione Northwoods o accordo tra multinazionali) esclusivamente per l’obiettivo che intende raggiungere.
  • L’obiettivo da perseguire determina, di conseguenza, “semplicemente” una differenza in termini quantitativi e qualitativi: più ambizioso e complesso è il risultato che si intende raggiungere, maggiore sarà il grado di determinazione-motivazione richiesto per chi concepisce il piano, maggiore sarà la capacità organizzativo-strategica richiesta, maggiore sarà la quantità e qualità degli strumenti adatti per realizzarlo, maggiore sarà il tempo necessario, maggiore sarà la quantità e qualità degli strumenti necessari per controllare-influenzare le dinamiche che scaturiscono dalla messa in atto del complotto stesso.
  • Il termine complotto andrebbe sostituito con Progettualità.
  • Non esistono limiti, non esistono obiettivi inaccettabili, immorali, ripugnanti: motivazioni economiche, politiche o geo-strategiche, come abbiamo visto negli esempi di cui sopra, giustificano ampiamente la frode, l’inganno, la manipolazione, la messa a repentaglio del benessere o della vita stessa di migliaia di persone.
    In estremo, l’assassinio e/o la strage (anche di propri concittadini) non sono state affatto escluse come strumenti o conseguenze possibili, anzi.
    Dipende tutto, ripeto fino alla sfinimento, da ciò che si intende ottenere.

Ergo, qualsiasi pianificazione e progettualità risulta materialmente possibile quando è presente adeguata motivazione e mezzi-strumenti adeguati.

Caro cauto osservatore dubbioso, ora che abbiamo fatto chiarezza sul concetto di “complotto” usiamo le considerazioni fin qui prodotte e poniamoci due-domande-due sull’11 Settembre (le uniche domande che abbiamo capito ha senso porsi razionalmente) dando loro adeguata risposta.

Domanda n°1: Esistevano le giuste motivazioni per progettare gli auto-attentati e gestirne le conseguenze?

L’opinione pubblica americana “a freddo”, dal vietnam in poi, è sempre stata contraria al sacrificio di propri soldati in un scenari bellici che prevedevano utilizzo di truppe di terra (quindi con alto rischio di contare vittime) e poco favorevole ad un aumento delle spese militari, a maggior ragione per intervenire in zone come Afghanistan e, successivamente, Iraq, così distanti e con scarso significato per l’americano medio.
Era necessario dare all’americano medio il giusto pretesto per cambiare radicalmente opinione.
Disporre di un via libera emotivo, anzi, di una esplicita richiesta di “far giustizia” da parte del popolo americano e dei media era indispensabile per poter inviare truppe e mezzi dall’altra parte del globo, in zone strategiche sede di giganteschi interessi economici e geopolitici.
Il tutto con il vibrante appoggio morale di una intera nazione.
Quindi la risposta alla domanda è SI.
Nel 2001 questo obiettivo era raggiungibile esclusivamente creando un terrificante shock emotivo diretto al cuore della nazione americana, creando rabbia, indignazione, desiderio di vendetta verso un colpevole semplicissimo da concepire come tale: i terroristi islamici nemici de L’ American way of life.
Shock amplificato dalle immagini in diretta planetaria, dalla spettacolarità cinematografica degli eventi, dal crollo dai simboli stessi di una città a sua volta simbolo di una identità nazionale.

Domanda n°2: Esistevano strumenti e mezzi adeguati per realizzare gli auto-attentati e gestirne le conseguenze?

Consideriamo come base di partenza per il ragionamento questo fatto incontrovertibile:
gli Stati Uniti dispongono (e disponevano anche nel 2001 ovviamente) delle più avanzate tecnologie sia in campo militare che civile e disponibilità economiche praticamente illimitate.
Molte tecnologie soprattutto in campo militare, è logico pensarlo, non sono di dominio pubblico altrimenti che senso avrebbero?
Ad ogni modo, tutto ciò che i complottisti ipotizzano sia stato utilizzato e cioè aerei a controllo remoto, esplosivi e tecnologie per demolizioni controllate, utilizzo di missili terra-aria o aria-aria erano serenamente disponibili e in gran quantità (mi suona quasi banale scriverlo).
Disponibilità economiche illimitate di cui sopra che mantengono una intricata rete di Agenzie Federali di Intelligence (operanti con vari livelli di segretezza) a presidio del settore della difesa, dell’aviazione, del controspionaggio e in genere della sicurezza interna come:
Air Intelligence Agency (AIA), diventata nel 2007 Air Force Intelligence, Surveillance and Reconnaissance Agency (AF ISRA)
– Central Intelligence Agency (CIA)
– Defense Intelligence Agency (DIA)
– Department of Homeland Security (DHS)
– Bureau of Intelligence and Research (INR)
– Federal Bureau of Investigation (FBI)
– National Security Division
– Information Analysis and Infrastructure Protection Directorate
– National Geospatial-Intelligence Agency (NGA)
– National Security Agency (NSA)
Quindi è ragionevole pensare che una adeguata pianificazione che coinvolgesse anche semplicemente i vertici di queste organizzazioni consentirebbe di orchestrare il controllo totale degli Stati Uniti all’insaputa (è la natura stessa di queste organizzazioni) dell’opinione pubblica e, volendo, anche dello stesso presidente.
Traffico aereo civile e militare, sistemi di difesa attiva e passiva e con essi dati, informazioni, registrazioni, tracciati radar, immagini possono essere stati, quindi, tecnicamente sottratti al controllo democratico in qualsiasi momento, prima, durante e immediatamente dopo gli eventi, semplicemente diffondendo in orizzontale e in verticale, attraverso le gerarchie operative di queste strutture, gli opportuni ordini (che, notoriamente, non vengono discussi) e le opportune informazioni (che possono essere agevolmente manipolate o costruite ad arte).
Le esercitazioni per rispondere a un ipotetico attacco aereo in corso proprio l’11 settembre che hanno creato confusione e una parte dei ritardi nella catena degli interventi difensivi, sono un semplice ma emblematico esempio di come si può declinare una strategia di disorientamento (“non è necessario che tutti siano d’accordo”).
Sul versante di terra, con CIA ed FBI in campo, accedere alle torri gemelle e al WTC7, effettuare “lavori” di manutenzione, in tutta tranquillità sotto copertura, credo sia operazione abbastanza banale, non credi caro amico cautamente dubbioso?
Ad attentati avvenuti, immediatamente nei minuti e ore successive, è stato sufficiente diffondere e ribadire, con la collaborazione (inconsapevole?) dei media che cavalcavano un evento storico, irripetibile, il semplicissimo mantra “Bin Laden – terroristi islamici – dirottatori – nemici dell’America” per creare il “Frame Comunicativo” desiderato prima che qualsiasi altra spiegazione avesse il tempo di formarsi nella testa delle persone.
Già prima del tramonto di quel martedì, il mondo intero, sconvolto, sotto shock, era convinto che tutto fosse opera di un diabolico atto terroristico.
Le incongruenze, le contraddizioni, i timidi interrogativi di qualche voce fuori dal coro sprofondavano nel rombo dell’indignazione, della paura,  della rabbia, del dolore, dello stordimento collettivo che queste emozioni provocano.
Disponendo del controllo assoluto delle informazioni, i pianificatori hanno realizzato tutto ciò utilizzando nozioni abbastanza banali di sociologia e di gestione del trauma, nulla di trascendentale.
Nozioni di “shockterapia” direbbe Naomi Klein.
Una volta marchiato a fuoco il mantra “Bin Laden – terroristi islamici – dirottatori – nemici dell’America” nella mente di una intera nazione la partita era già vinta.
Fondamentale fu, infatti, presidiare le prime settimane successive alla tragedia, tempo di predisporre i bombardamenti e l’intervento in Afghanistan, ecco pronto un altro Movie da dare in pasto all’opinione pubblica, un fantastico Film, proprio quello che il pubblico stesso desiderava.
Il tempo, il procedere coinvolgente degli “altri” eventi collegati, la vita quotidiana e tutto il resto ha, con il tempo, distratto le persone, annacquato i ricordi e le emozioni.
Nel frattempo, tutto è cambiato, siamo alla terza o quarta stagione del Serial TV, chi ha veramente voglia di rispolverare le prime puntate?
Quindi la risposta alla domanda, anche in questo caso, è SI.

Razionalmente e oggettivamente, il governo degli Stati Uniti o qualsiasi altra organizzazione al suo interno, aveva adeguate motivazioni e strumenti mezzi-adeguati per realizzare gli auto-attentati.

STOP

Ricapitolando, i fatti ci dicono che:

  • Esistono evidenti contraddizioni, aberrazioni logiche e di buon senso, incongruità tecniche macroscopiche nella versione ufficiale che nessun ente pubblico o privato è stato in grado di spiegare o giustificare in maniera incontrovertibile.
  • L’atteggiamento reticente, le bugie certificate da parte dei responsabili sulla prevedibilità degli eventi, le testimonianze a porte chiuse, l’indisponibilità al pubblico dei video della scena del crimine (Pentagono) in possesso dell’FBI (che da solo spazzarebbe via tutti i complottisti in un colpo solo) tradiscono consapevolezza dell’indifendibilità della versione ufficiale (e quindi connivenza, complicità o diretta responsabilità).
  • Esistevano motivazioni e mezzi/strumenti tecnologici per concepire, pianificare, organizzare, mettere in atto gli auto-attentati e gestirne le conseguenze.

Quindi…
Per una persona di buon senso e minimamente informata e curiosa, DEVE ESSERE decisamente più verosimile l’ipotesi di un auto-attentato rispetto alla versione ufficiale riassunta in questo video, che consiglio di vedere come ironico recap della faccenda.
Il lato tecnico della faccenda, la spiegazione ingegneristica, il “come” di dettaglio diventa relativamente importante.

Abbiamo visto assieme che i complotti esistono, a tutti i livelli e che accompagnano l’umanità dalla notte dei tempi.
Abbiamo tutti evidenza che l’umanità non ha ancora toccato alcun limite invalicabile quanto a crudeltà, efferatezza, ingegnosità nell’assenza totale di scrupoli.

E’ QUESTO CHE VA ACCETTATO EMOTIVAMENTE PRIMA CHE RAZIONALMENTE:
VA ACCETTATO CHE IL MALE ESISTE, CHE IL MALE E’ NELL’ESSERE UMANO E CHE IL MALE NON HA PER SUA NATURA ALCUN LIMITE.

Dipende tutto da ciò che si desidera ottenere.

I mezzi non son mai stati un problema.

Il-fatto-14-settembre-pagina-17

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