La crisi spiegata in 5 minuti (versione che solo il grillino medio e l’analfabeta funzionale potrebbe non capire)
Spiegazione semplificata della causa prima della crisi sotto forma di dialogo immaginario tra un cittadino informato e un cittadino disinformato.
A: Secondo te perché c’è la crisi?
B: Che domande… Perché abbiamo un debito pubblico gigantesco.
A: Ah… E da cosa è causato secondo te ‘sto debito?
B: Ovvio. Buttiamo nel cesso soldi pubblici per opere che rimangono a metà o che non servono a nulla, per le auto blu, gli stipendi a dipendenti pubblici che non fanno un cazzo, gli stipendi e le pensioni di politici che non fanno un cazzo pure loro se non prendere tangenti per fare le opere pubbliche incompiute di cui sopra. Vedi? È un cane che si morde la coda. E tutti questi soldi poi li vengono a chiedere a me, con le tasse. E poi siccome devo pagare sempre più tasse ho meno soldi da investire nella mia azienda e nei consumi e così non si “cresce”. Per forza siamo in crisi.
A: Hai detto “Buttiamo nel cesso soldi” giusto?
B: Sì, certo è così. Buttati nel cesso.
A: Ti faccio una domanda: lo stipendio del politico, i soldi che vanno alle imprese che costruiscono le famose opere incompiute. Mettiamoci dentro anche i soldi delle tangenti in tasca al politico e lo stipendio del dipendente pubblico che non fa un cazzo dalla mattina alla sera. Ecco tutti sti soldi dove vanno a finire? Vengono bruciati nel caminetto o gettati nel cratere dell’Etna?
B: e che cazzo ne so!? Andranno nelle tasche di tutta sta gente no? Non certo a me!
A: La butto li… Secondo me tutta sta gente quei soldi li usa per vivere, magari alla grande, ma per vivere.
B: In che senso?
A: Li spende quei soldi.
B: Eccerto che li spendono! Mica son scemi.
A: Quindi sei d’accordo con me se dico che non sono soldi buttati nel cesso. In realtà sono soldi che prima o poi, un un modo o nell’altro, finiscono al commerciante, al concessionario d’auto, al benzinaio, al supermercato, all’agenzia di viaggi, al dentista, alla palestra, all’hotel, al barista, al ristorante. Che dici?
B: Beh… sì… Chiaro che è così.
A: Ok, quindi possiamo dire che non sono soldi che finiscono nel water bensì sono soldi che finiscono nell’economia reale, contribuendo alla sopravvivenza di attività economiche private. Lo possiamo dire?
B: Sì, ok. Lo possiamo dire. Rimane il fatto che se quei soldi non fossero spesi così malamente…
A: Ok, son d’accordo. Ma è un problema diciamo “etico”, di corretto e positivo utilizzo di risorse, non “economico”. Non sono soldi che spariscono nel nulla. Potrebbero essere impiegati meglio, ma questo non ha nulla a che fare con la crisi.
B: Sia come sia, son soldi che lo stato tira fuori e se non li tirasse fuori ci sarebbe meno debito pubblico o no? Se continui a spendere più di ciò che incassi è ovvio che ti indebiti.
A: Ti do una notizia. Più o meno dai primi anni 90 cioè ormai da 25 anni, lo stato ogni anno spende meno di ciò che incassa con le tasse.
B: Vuoi dirmi che con tutti sti sprechi lo stato ha il bilancio positivo da 25 anni? Maddai! Questa te la sei inventata. È carina comunque, complimenti.
A: Tranquillo, non me la son inventata. Sono dati della ragioneria di stato. Si chiama “Avanzo primario”.
B: Avanzo Primario? Che significa?
A: Significa che fatti i conti di entrate e uscite dello stato, il risultato è che ci son più entrate che uscite. Tutto questo, però, prima di calcolare gli interessi sul debito. PRIMA degli interessi, quindi Primario. Chiaro?
B: Ah, vedi che c’è l’inghippo. Fai presto a dire che spende meno ci ciò che incassa… gli interessi mica puoi dimenticarli, son capaci tutti. È come se io decidessi di non pagare alla banca gli interessi del mio mutuo… Mi piacerebbe ma non funziona così!
A: Certo, ma lo Stato non è ne un’azienda, ne un privato cittadino. Non valgono le stesse regole.
B: Ah no? Cos’è più bello lo Stato? Se ne può fregare dei debiti? Se vuole soldi si deve indebitare, così è. E se ne spendesse meno, invece di aumentare le tasse, ne chiederebbe di meno e ci sarebbe meno debito.
A: Che spenda tanto o poco, il debito ci sarebbe uguale e crescerebbe in continuazione. Perché sotto ad una certa soglia di spesa lo Stato non può andare, a meno di tagliare pesantemente servizi e investimenti pubblici. Cioè smettere di essere “Stato”.
B: Mettila come vuoi ma se servono soldi li devi chiedere a qualcuno che ce li ha, tipo le banche. Non si scappa. Tutti gli stati hanno a che fare col debito pubblico.
A: Ok. Ti faccio un esempio: immagina che io sia un produttore di miele e che registri su un foglio excel tutti i vasetti di miele che dal mio laboratorio mi porto a casa per consumarlo. 10 vasetti sto mese, 7 il mese prossimo e così via. Immagina poi che quel documento lo chiami “Debito Mio”.
B: Beh non sarebbe un vero debito perché saresti, per così dire, in debito con te stesso!
A: Bravo. Immagina che esista uno Stato che, invece di miele nel mio esempio, produca soldi, moneta, la stampi. E che ne possa produrre quanta ne vuole, come io potrei aggiungere un’arnia in più per ospitare più api e fare più miele in base alla quantità di miele che mi serve produrre.
B: Lo stato che si stampa i soldi di cui ha bisogno per fare il proprio mestiere. Ahaha! Sarebbe bello ma non funziona così. I soldi non nascono dal nulla. Non esistono stati che hanno questa fortuna.
A: Ti do un’altra notizia. Più o meno il 90% degli stati su questo pianeta ha questa fortuna. Hanno la loro moneta e se la stampano.
B: E il resto? Quel 10% che non ce l’ha chi sono? Sicuramente degli scemi!
A: Scemi o no, il sistema bancario e finanziario è estremamente felice di questa cosa perché per essi non c’è cliente migliore di uno stato a cui prestare soldi.
B: Perché?
A: Perché uno stato generalmente è sempre in grado di onorare i propri debiti: è sufficiente per lui continuare a prelevare risorse tramite le tasse. Senza dimenticare che il guadagno di una banca viene dagli interessi sul prestito che eroga quindi è meglio prestare 1000 che 100 e solitamente uno stato chiede 1000 non 100: è il cliente più “grosso” (e solvibile) che una banca possa sperare di avere.
B: Ma questi paesi che si sono lasciati fregare chi sono?
A: Si tratta di una manciata di paesi africani e dell’Ecuador. E soprattutto dei paesi che adottano l’€uro.
B: Vuoi dire che nella… Eurozona? Si dice così? Comunque, vuoi dirmi che gli stati che hanno l’€uro invece di produrre il proprio miele senza chiedere niente a nessuno, si son messi a chiederlo a qualcun altro indebitandosi?
A: Proprio così.
B: Cazzo. Ma scusa, allora chessò gli USA o il Giappone o l’Australia… anche loro parlano di debito pubblico… com’è sta storia?
A: Semplificandotela un po’ ti basti sapere che loro hanno un foglio excel su cui annotano i vasetti di miele che loro stessi producono. Solo che il loro excel lo chiamano “DEBITO PUBBLICO”. Ma è uno stupidissimo foglio excel che serve a tenere uno storico.
B: Cazzo. Quindi? Tutta sta storia che non ci sono soldi e che quindi bisogna tagliare la spesa pubblica e tutto il resto è perché l’Italia non ha la propria moneta da gestire e la deve chiedere in prestito a debito?
A: Esatto.
B: A occhio è una montagna di soldi!
A: Già. Ogni anno più o meno 80 miliardi di €uro di soli interessi per pagare i quali, visto che superano il famoso avanzo primario (cioè i soldi che lo stato riesce a “mettere da parte”), lo stato deve chiedere in prestito altri soldi. Questo è un cane che si morde la coda. Un cane mostruoso e gigantesco.
B: Per questo il debito non scende e non scenderà mai! È pazzesco!
Quindi, quando avevamo la Lira il famoso debito pubblico era un foglio di carta con scritti sopra dei numeretti come pro memoria?
A: Semplificata un po’ ma il senso è quello.
B: Quindi mi stai dicendo che il signor Draghi e la BCE potrebbero produrre tutta la moneta che vogliono per soddisfare le necessità degli stati senza tutte ste cazzo di austerità e tasse e casini vari?
A: Esatto. Non mi risulta che il signor Draghi abbia una miniera da dove estrae gli €uro e che questa miniera prima o poi si esaurisca. Basta premere un bottone e si generano tutti i soldi di cui c’è bisogno. Dal Nulla.
B: E vabbè… Però se diamo in mano ai politici quel bottone sai che disastri combinano? Butterebbero i soldi dalla finestra per scopi elettorali o per aiutare i loro “amichetti”!
A: Torniamo da capo. La moneta è uno strumento. È colpa del bisturi se un chirurgo incompetente opera il ginocchio sano al posto di quello con il menisco lacerato? No. Il bisturi fa ciò che chi lo adopera decide di fare. Che facciamo? Vietiamo l’uso del bisturi perché qualcuno lo usa in maniera criminale? Non mi sembra intelligente. Invece, bisogna scegliere politici che prima di tutto sappiano che esiste quel bottone e poi che lo sappiano usare secondo gli obiettivi e i valori che noi cittadini indichiamo. Ma se noi cittadini non sappiamo che esiste quel bottone e continuiamo a star dietro a stronzate come gli sprechi e la corruzione come causa della crisi non ne veniamo più fuori e sarà una tragedia.
B: Quindi la chiave è prima di tutto è recuperare la gestione della moneta?
A: Esatto. Di fronte a un problema bisogna ragionare per priorità. Se hai un amico o un familiare in preda a una crisi cardiaca, ti preoccupi di salvargli la vita o perdi tempo a ricordargli che deve mettersi a dieta perché il suo stile di vita alimentare è scorretto?
B: Beh ovvio. Mi occupo prima dell’infarto!
A: Non è così ovvio. Qui in Italia ci sono molti che ci stanno dicendo che l’infarto non è il problema principale, altri che l’infarto non esiste proprio, altri ancora che è ora di occuparci della dieta. Insomma, prima si torna in possesso di tutti gli strumenti economici, smettendoci di farci dissanguare, poi penseremo ai corrotti, ai furbi e ai fancazzisti (che per la cronaca ci son sempre stati anche quando qui in Italia le cose andavano molto meglio di adesso).
È chiaro adesso perché c’è la crisi?
B: Sì. C’è la crisi perché siamo tutti disinformati.
A: Bravissimo. Come in molti altri campi dove la conoscenza specifica è determinante (prova a pensare al tuo meccanico o all’idraulico) se non sei del settore ti devi fidare di ciò che ti dicono essere il problema e sperare che siano onesti.
B: Ma io non posso mettermi a studiare economia alla mia età…
A: Tu sei la dimostrazione che non serve. In 5 minuti hai colto la chiave di lettura principale del problema. Per avere familiarità con l’ABC dell’Economia, credimi, non serve morire sui libri: è molto più semplice di quanto ci hanno sempre fatto credere. Per certi versi è di una semplicità imbarazzante.
Il fatto che qualcuno sa come funziona o potrebbe funzionare e molti altri no (cioè noi) è l’origine di tutta sta faccenda. Chi tra le forze politiche e sindacali, media e opinionisti vari, non informa primariamente di questa cosa del “Bottone” e continua a parlare di diete e stili di vita, è un complice di una gigantesca e criminale forma di rapina.
Ecco. Se ritieni che la crisi origini dal fatto che “non abbiamo fatto le riforme” oppure ai politici che “se sò magnati tutto” allora… ti meriti la crisi.
Se invece questo dialogo immaginario ti ha messo la pulce nell’orecchio, non ti resta che approfondire il tema: lì fuori ci sono tutte le informazioni che vuoi. Basta un po’ di impegno.
Nel 2016 l’ignoranza non è più scusabile. Ne va della tua vita.
P.S.
In questa mappa è possibile ammirare la localizzazione geografica delle nazione PRIVE di una propria moneta. L’€urozona è in compagnia di qualche sfortunato paese africano (che adotta suo malgrado il Franco CFA, agganciato come valore all’€uro) e dell’Ecuador (che utilizza il dollaro U$).
Interessante vero?
Perfetto. Ho scritto cose simili da 8 anni ad oggi.
Ma è impossibile ceh anche un solo grullino possa capire.
NON è POSSIBILE.
A seguito della discussione con una mia amica su FB (che ho scoperto esser diventata economista) sul Leave/Remain dell’Inghilterra,riporto qui una serie di sue considerazioni che mi piacerebbe avere anche la Sua opinione,giusto per sentire anche opinioni diverse 1)” Gli inglesi hanno un clima difficile, ovviamente avranno la possibilità di cercare investimenti all’estero ma l’europa aveva interessi minori di quelli che possono fare i cinesi o gli americani. Nell’era della globalizzazione occidentale trovo assurdo pensare che una nazione come il regno unito rimanga senza cibo. Quindi ovviamente non sarà così, ma il PIL inglese e gli investimenti nel paese inglese diminuiranno per colpa dei dazi doganali che ovviamente ora ci saranno 🙂
Le borse stanno già crollando come si vede già oggi 🙂 in primis quella americana.”. 2)” Poi per parlare anche di turismo e di studenti che lavorano e studiano lá. Ora sarà tutto diverso. La cosiddetta generazione Erasmus, che anche grazie alla mobilità intereuropea si è conquistata negli anni posti di rilievo in ambito culturale, scientifico e nella gestione della cosa pubblica, avrà una componente in meno: i giovani britannici. Allo stesso tempo non sarà più consentito agli studenti europei di avere scambi con i loro colleghi inglesi. Ergo perdita culturale.”. 3) “Allora non è vero che tutti i paesi europei sono in crisi. Generalizzazione tipica ma falsa. Il nord europa vive un periodo molto florido 🙂 più della tanto deca tata Germania. Ovviamente noi italiani abbiamo un debito diverso che ci rende impossibile attualmente uscire dall’eurozona anche per delle leggi e trattati. E meno male aggiungo. Ma è un mio parere. La questione degli studenti riguarda il fatto che noi universitari abbiamo la possibilità di andare all’estero a studiare, in questo caso in Inghilterra, senza dover fare troppi visti o burocrazia per convertire lauree o certificati che rende agevole lo scambio di conoscenze e anche solo avere un’occasione lavorativa..o un’esperienza che valga molto nel curriculum. Con l’uscita del regno unito risulta essere tutto più complicato e quindi si chiuderanno molte possibilità ai giovani.”. 4) ” Allora. Tralasciando il fatto che è l’una di notte. Le borse funzionano in modo labile. Quello che conta è la SVALUTAZIONE della moneta. In questo caso della sterlina. È ovvio che svalutando da “fuori” convenga comprare inglese per questi giorni ma non per niente il rating ora ha messo l’Uk come nazione instabile e pericolosa. Non a caso. La borsa non crolla proprio per la svalutazione. Unica arma per vincere il crollo che sta toccando la nazione. Ma più svaluti e più perdi valore. Quindi anche i mutui per i poveri cristi che han sempre lo stesso stipendio diventano improponibili. Le banche non han soldi da dare o da investire. L’europa ovviamente paga gli investimenti fatti in UK e la svalutazione della sterlina che ovviamente ha investito nell’eurozona..ma anche la svizzera crolla. Dovendo attuare movimenti sul franco svizzero cosa quasi mai fatta.. e non è europa è la svizzera 😉 perciò non c’è chi sta peggio e chi meglio. L’europa ha la Bce che sta pompando a manetta e comprando Btp per arginare questo casino fatto senza riflettere dai vecchi inglesi delle zone nord ignari delle conseguenze perché abitano in paesi piccoli economicamente solidi.. L’europa patisce perché l’inghilterra non è FUORI dall’Ue non ancora sai? xD ergo ancora mercato unico..se londra cade l’europa crolla per un pó con lei. Ma hanno monete diverse per fortuna e si riesce ad arginare.. quindi prima di leggere gente come avvocati vari che parlano di economia..leggi l’ANSA che è più affidabile.”. Cosa c’è di vero,cosa non c’è . grazie anticipatamente della sua attenzione. Rimango in attesa (con calma?) di una Sua opinione. B.giornata
Grazie per il commento e l’impegno per scriverlo 🙂
Provo a rispondere punto per punto senza stendere un trattato di economia (per alcuni passaggi dovrà armarsi di buona volontà e approfondirli per conto proprio).
1) il Regno unito:
– ha accesso privilegiato a un mercato potenziale di 3 miliardi di persone (ex-Commonwealth e non solo)
– è il centro finanziario più importante del mondo svincolato da sempre dalla moneta unica
– importa da UE più di quanto verso essa riesca a esportare quindi ergo dubito che UE imponga qualsiasi tipo di restrizione al commercio verso Londra (a meno di decisioni politiche autolesioniste). Anche la prospettiva di avere dazi nell’altra direzione (cioè imposte sui prodotti extra-UK) ad oggi è solo un’idea della sua amica. Non c’è alcuna certezza ne automatismo al riguardo. Anche in questo caso, comunque, sarebbe decisione autolesionistica in quanto equivarrebbe a rendere più costosi beni e servizi stranieri senza poter offrire un’adeguata alternativa di merci e servizi nazionali (come sappiamo il settore manufatturiero britannico è stato praticamente azzerato negli anni 80 dai governi Thatcher).
Quanto alle borse, le fibrillazioni sono fisiologiche, sono guidate spesso da ragionamenti speculativi sul breve periodo e hanno spiegazioni altrettanto spesso del tutto sconnesse dai fatti dell’economia reale. Detto questo la borsa di Londra è quella che ha “perso” meno mentre, teoricamente, dovrebbe essere stata quella più esposta al panico (se ne deduce che sono gli “altri” a temere qualcosa).
Quindi mi permetta di dire che lo scenario dipinto dalla sua amica, sedicente economista, è, oltre che confuso, del tutto fantasioso e privo di basi concrete nella realtà.
2) a parte il fatto che al programma Erasmus partecipano pure studenti di nazione non UE (Liechtenstein, Islanda, Norvegia e Turchia) e quindi nulla impedirebbe a UK di siglare collaborazioni “ad hoc” come fatto dai paesi citati, resta alquanto discutibile questo fantomatico “apporto culturale” garantito da un programma del genere (chi ha partecipato sa benissimo che stringi stringi assomiglia molto più a una esperienza formativa a livello umano che accademico-culturale). La collaborazione accademica internazionale diventa proficua grazie a ben altri livelli di scambio culturale.
“Ora sarà tutto diverso” è, di nuovo, una idea del tutto personale della sua amica.
3) paesi del nord europa: espressione alquanto generica. A chi si riferisce la sua amica? Ad ogni modo approfondiamo.
Finlandia: http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/12/06/crisi-la-finlandia-e-malata-come-la-grecia-anche-se-ha-fatto-tutte-le-riforme/2274658/
Svezia e Norvegia stanno decisamente meglio.
Cosa differenzia questi tre paesi? Il primo ha l’€uro, gli ultimi due no. Lascio a lei le debite deduzioni.
Poi ricompare il tema degli studenti (da cui deduco che la sua amica sia una studente di economia… e non una economista…): probabilmente l’accesso a percorso di studi in UK sarà burocraticamente meno fluido rispetto a ora ma sicuramente non più complesso e sfidante rispetto a quanto è necessario oggi affrontare per studiare in Svizzera, Norvegia, Giappone o USA. Insomma, per un documento in più da produrre o per un passaporto da esibire all’aeroporto non è mai morto nessuno, lei che dice?
Quanto alle “minori possibilità a disposizione dei giovani” sorrido e non aggiungo altro.
“Ovviamente noi italiani abbiamo un debito diverso che ci rende impossibile attualmente uscire dall’eurozona anche per delle leggi e trattati.”:
non è ne il debito ne l’ammontare dello stesso a impedire un’uscita dall’eurozona. Ne tantomeno i trattati che possono essere sciolti per decreto o ignorati (il trattato di Shengen ad esempio è stato ignorato e sospeso negli ultimi mesi senza colpo ferire. Ricordiamo che sono pezzi di carta firmati il cui rispetto è “semplicemente” una decisione politica).
Per approfondire le segnalo come riferimento questo post: http://scenarieconomici.it/la-lex-monetae-come-uscire-dalleuro-senza-farsi-alcun-male-di-giuseppe-palma/ e questo: http://memmt.info/site/dalleuro-si-esce-cosi-ecco-il-percorso-verso-la-nuova-lira/
4) probabilmente l’ora tarda ha influito sulla lucidità e quindi precisione della stesura delle opinioni della sua amica.
“Quello che conta è la SVALUTAZIONE della moneta”: affermazione che messa così è decisamente bizzarra. “Conta” rispetto a cosa? In che contesto?
Se mi occorrono oggi più unità della mia moneta per acquistare una data unità di moneta straniera rispetto a ieri posso dire che la mia moneta si è svalutata rispetto a quella moneta, non a tutte le monete. Ma domani potrebbe cambiare (la dinamica dei fenomeni è fondamentale). Quindi bisognerebbe chiedere alla sua amica a quale rapporto monetario fa riferimento. Sorvolando sulla cosa e ammettendo per ipotesi che la sterlina si deprezzi rispetto all’€uro la cosa diventa relativamente onerosa solamente rispetto ai beni / servizi che provengono da paesi che prezzano i propri beni/servizi in €uro ed esclusivamente per la componente “straniera” del prezzo di quella data merce. In questo senso costerà qualcosa in più acquistare una mercedes mentre per acquistare una bottiglia di whisky scozzese non cambierà assolutamente nulla. Aggiungo all’esempio dell’acquisto di auto tedesche: il governo britannico (essendo in possesso di tutti gli strumenti macroeconomici a differenza dei paesi dell’eurozona) potrebbe decidere di abbassare di qualche punto percentuale la tassazione sugli utili delle aziende, consentendo alle imprese di compensare l’aumento “esterno” dei prezzi agendo sulla componente fiscale “interna” degli stessi. Quindi anche qui, le ricadute SICURAMENTE e INEVITABILMENTE negative della svalutazione sono valutate dalla sua amica in maniera vagamente arbitraria e limitata. Tanto per sgombrare il campo da imprecisioni e fantasie le segnalo che da agosto 2008 a gennaio 2009 la sterlina si è svalutata nei confronti del dollaro di circa un 40%: siamo d’accordo sul fatto che la Gran Bretagna nonostante questo sia sopravvissuta più che dignitosamente? (senza sprofondare nel mare del nord e senza finire tra i paesi del terzo mondo 🙂 Chieda verifiche in tal senso alla sua amica 🙂
Mutui: qui siamo alla fantascienza. Spero che la sua amica abbia appena cominciato il percorso di studi altrimenti con affermazioni del genere al primo esame rischia di essere cacciata a pedate nel sedere. La svalutazione della moneta locale non ha nulla a che spartire con mutui e relativi tassi di interesse! Un cittadino inglese medio che ha contratto un mutuo l’ha contratto (tranne in casi particolari che prendono in esame altri obiettivi) in sterline. Se questo mutuo prevedere un rata mensile chessò di 300£ / mese, nel caso in cui la sterlina si deprezzasse rispetto al $ o all’€ per lui non cambierebbe nulla! Sempre 300£ / mese deve tirar fuori!
Quanto al rating dell’UK le segnalo semplicemente che l’indomani del Brexit i mercati hanno fatto incetta di titoli di stato Britannici (GILT), fatto che testimonia la fiducia degli operatori finanziari sulla stabilità a medio-lungo termine del sistema paese. Lo dica alla sua amica 🙂
La parte finale è un’accozzaglia di concetti e affermazioni di cui non riesco a capire il filo conduttore sinceramente.
In conclusione, le consiglio questo video:
https://www.youtube.com/watch?v=l24NoU4DKnM
che può darle spunti di riflessione a 360°. Parlano accademici o ex-operatori finanziari non avvocati, ne l’ANSA, ne tantomeno una studentessa di economia volenterosa e simpatica ma con le idee un po’ confusa. Saluti
Intanto grazie per aver risposto celermente. Sintetizzando: 1) il Regno unito:
– ha accesso privilegiato a un mercato potenziale di 3 miliardi di persone (ex-Commonwealth e non solo)
– è il centro finanziario più importante del mondo svincolato da sempre dalla moneta unica
– importa da UE più di quanto verso essa riesca a esportare quindi….
– COMMENTO : Erano info che mancavano al mio bagaglio culturale e che ora ne faro’ tesoro.
Riguardo a : Quanto alle borse, le fibrillazioni…COMMENTO : Erano cose che gia avevo appreso , pur non avendo una laurea in economia o non studiandola sui testi (a furia di star dietro ai Twittatori seriali e a cercare sui giusti siti web (e’ difficile pero’ stare dietro a scenarieconomici , una fucina di informazioni ingente!) , qualcosa mi entrera’ in testa prima o poi !).
2)programma Erasmus…COMMENTO : Senza attedere la sua risposta , il mio BUONSENSO ha fatto dire le stesse cose che lei ha espresso pur non avendo partecipato direttamente a tale programma (i miei amici che hanno partecipato a tale programma sono stati tutti entusiasmati dello “scambio culturale” e non credo di averli sentiti preoccupati di una procedura burocratica in piu’ . La risposta che ha avuto la mia amica…………………attendere prego.
3)FINLANDIA (€) – SVEZIA (NO €) – NORVEGIA (NO €) Gia’ al corrente delle reali situazioni economiche attraverso il sito http://scenarieconomici.it e Alberto Bagnai. La mia amica non ha fatto questa distinzione , facendomi notare che la Germania non sta meglio senza specificare il perche’ (sara’ mia premura chiedere , dopo pero’ averla fatta visionare i link da Lei indicatomi e successivamente vedere la sua reazione! Non c’e’ gusto se non la stuzzico). Gia’ visionato anche la mappa dei circa 200 (mi pare) Nazioni con proprio conio che non hanno minimamente l’intenzione di fondersi valutarialmente con economie diverse (ma anche simili volendo!)
– Debito pubblico…COMMENTO : Ero al corrente che il debito pubblico non era il problema o vincolante per l’uscita dall’ Eurozona (video su youtube di Claudio Borghi A. “IO SARO BRUTALE” https://www.youtube.com/watch?v=4tEO9ttbmRc fatto alla Camera , che ha spianato quasi tutti i miei dubbi sulla crisi dell’Eurozona!). Grazie dei due link di approfondimento.
4) Sulla SVALUTAZIONE … COMMENTO : Gia’ al corrente anche questo e ne volevo conferma , idem sui MUTUI !!! E poi :”Le segnalo che da agosto 2008 a gennaio 2009 la sterlina si è svalutata nei confronti del dollaro di circa un 40%: siamo d’accordo sul fatto che la Gran Bretagna nonostante questo sia sopravvissuta più che dignitosamente?”. COMMENTO : Se ho capito bene , credo che il quel periodo la SVALUTAZIONE abbia favorito di piu’ l’acquisto dei prodotti britannici da parte degli Stati extra GB , facendo entrare piu’ liquidita’ nelle aziende inglesi! E poi : “Quanto al rating dell’UK le segnalo semplicemente che l’indomani del Brexit i mercati hanno fatto incetta di titoli di stato Britannici (GILT), fatto che testimonia la fiducia degli operatori finanziari sulla stabilità a medio-lungo termine del sistema paese. Ho visto anche questo!!! Sig. Elia , quando Lei parla che i mercati hanno fatto una bella incetta di titoli di Stato Britannici dopo il BREXIT , il “pompaggio” (emissione di € da parte di BCE per comprare i BTP) che ha indicato la mia amica , fa anche parte di questo acquisto dei titoli di stato o sono due cose diferenti , considerando che la GB e’ ancora dentro EuroZona?
Di nuovo Grazie sig. Elia.
Sull’inflazione un grafico che da un’idea è : http://it.tradingeconomics.com/italy/inflation-cpi
Sul prezzo del petrolio un grafico è qui a metà pagina, aggiustato per l’inflazione USA:http://oilprice.com/Energy/Oil-Prices/Why-The-Oil-Price-Collapse-Is-U.S.-Shales-Fault.html
L’inflazione cala drasticamente dal ’81 anno in cui è avvenuta l’indipendenza tra Banca d’Italia e ministreto del Tesoro, e in cui cala anche il prezzo del petrolio, ma dal’85 in poi prezzo petrolio e inflazione sono total,mente scollegati, ora ognuno ha le sue teorie a riguardo, in ogni caso è eviidenet che il prezzo del petrolio non è il motivo, un fatore forse ma non “IL fattore”.
Sulla crescita qui si trova un bel grafico http://it.tradingeconomics.com/italy/gdp-growth
Ma questa tabella fa capire come già scritto sopra, rilegga bene la crescita diminuisce: http://www.kushnirs.org/macroeconomics_/it/italy__gdp.html
si passa dal 3-7% nei ’70 al 3-4% negli ’80 all’ 1-2% nei ’90 allo 0-1% nei 2000
Cosa dice è una crescita che diminuisce o no?
Un blog Keynesiano riferisce quanto è aumentato il debito pubblico, smettendo di stampare denaro per comprare debito:
https://keynesblog.com/2012/08/31/le-vere-cause-del-debito-pubblico-italiano/
Un altro Blog di MMT riferisce il contrario, ora chi avrà ragione?http://memmt.info/site/il-divorzio-banca-ditalia-tesoro-un-falso-mito-studiare-lo-sme-per-capire-leuro/
Lei dice che stampare denaro non ha effeto giusto? La letteratura di cui parla comprende anche Blanchard e Krugman? Perchè in tal caso mi mostri i paragrafi, ho i libri iqui vicino a me.
Sta di fatto che tutta la massa monetaria stampata da qualche parte finisce.
Il fatto che oggi l’enorme massa monetaria non abbia effetto è da vedere conosce la “money velocity”? se ne parla, e che dice dell’effetto dell’ingegeria finanziaria e il movimento dei capitali mondiali?
Qui cosa vuole dire,”BISOGNA STAMPARE MONETA E LANCIARLA DAGLI ELICOTTERI SULLE PIAZZE” bensì ho descritto una emissione monetaria basata sulle reali e effettive necessità di investimento”
Insomma se stampare denaro non ha effetti perchè non gettare denaro dagli elicotteri?
Se invece non vuole gettare denaro dagli elicotteri negando il sogno di essere ricchi a tutti allora riconosce che in principio stampare denaro effetti li ha, magari riconosce che causa inflazione
E infine : “inflazione nominalmente “alto” era significativamente calmierato dalla scala mobile per cui i suoi effetti sul salario reale dei cittadini erano decisamente poco significativi.”
Può motivare come la scala mobile calmierava inflazione e invece non succedeva il contrario che scala mobile produceva inflazione?
Sicuramente mi può dare spiegazione illuminanti, spero che siano diverse da quelle dei “fedeli” alla religione della sovranità monetaria, che invece di rispondere dicono semplicemente Eretico o simile, mi attendo risposta, gentilmente.
Grazie.
Le rispondo con molto piacere pur nella difficoltà di districarmi in un’esposizione un po’ confusa (la sua).
ANNI 70: INFLAZIONE LEGATA SOPRATTUTTO SHOCK PETROLIFERI.
Le sottopongo due interessante grafici da cui anche un cieco deduce che i due elementi sono strettamente correlati.
Nel primo cioè questo vede il tasso di inflazione le cui vette STRANAMENTE coincidono con gli shock petroliferi (sarà una coincidenza fortuita).
CRESCITA
Il tasso di crescita è diminuito ma non è mai andato in territorio negativo fino al 2008. In ogni caso: cosa c’entra con l’argomento “strumenti economici offerti dalla sovranità monetaria” ?
Blog keynesiano e Blog MMT
Sbagliano entrambi: gli interessi (e quindi il monete del debito) aumentarono in quanto, nonostante il calo dei tassi nominali, la repentina discesa dell’inflazione dovuta sia a fine shock petrolifero sia alla compressione salariale (’84) – vedi questo grafico – , portò i tassi reali in terreno positivo (al contrario, l’inflazione avrebbe eroso il debito) facendo esplodere l’ammontare del debito. Tutto ciò connesso sia al divorzio BDI / Tesoro del 1981 sia all’obbligo di rimanere nei parametri dello “SME credibile” che forzava l’offerta di tassi reali positivi sui Titoli di Stato per pareggiare rischio svalutazione. Inoltre, sempre per mantenere “credibilità”, la spesa pubblica venne mantenuta piatta mentre il ciclo economico avrebbe richiesto aumento di spesa. Anche questo contribuì a calmierare l’inflazione, che come detto pocanzi, portò in terreno positivo i tassi di interesse sui titoli di stato.
SCALA MOBILE E INFLAZIONE
È nato prima l’ombrello o la pioggia?
La scala mobile fù uno strumento messo in campo per proteggere il potere d’acquisto dei salari a fronte dell’aumento esogeno dell’inflazione. Guarda caso fu esteso a tutti i comparti nel 1975 (casualmente dopo il primo shock petrolifero, casualmente eh!).
Ora ho capito! Nella sua visione, l’introduzione della scala mobile in Italia è stata la causa dell’aumento improvviso dell’inflazione che a sua volta causò la guerra del Kippur (1973) e lo shock sui mercati internazionali del petrolio. È così?
EFFETTI DELL’EMISSIONE MONETARIA
L’emissione monetaria (la famigerata stampa di denaro) ha certamente ricadute sull’economia, nessuno lo nega. Che questi effetti siano positivi o negativi dipende (e lo ripeto per l’ennesima volta) dal modo in cui questa emissione viene generata e per quali obiettivi. Infatti se essa è indirizzata alla creazione di beni e servizi reali, non a mero sostegno del consumo, cioè a mantenere in equilibrio DOMANDA / OFFERTA, non ha alcun effetto inflazionistico e contribuisce a creare occupazione.
Di quest’ultima strada parlo nel mio post.
Se lei capisce l’esatto contrario (come effetto di una specie di riflesso pavloviano) non è un problema mio.
Per esatto contrario intendo mettere in tasca delle persone dall’oggi al domani 10.000€ (GETTARE SOLDI DAGLI ELICOTTERI) dal nulla garantendoli vita natural durante. Come anche un facocero capirebbe, questa manovra creerebbe qualche grosso problema di inflazione perché si agirebbe in modo improvviso e spropositato sul lato della domanda di beni (potere d’acquisto) mentre l’offerta degli stessi non potrebbe reagire adeguatamente e in tempi brevi facendo aumentare i prezzi di quanto è in quel momento disponibile sul mercato.
Non è così difficile da concepire mi creda. Abbandoni le sue credenze e si sentirà meglio.
Nel 1980 con questo metodo di lasciare ai politici di stampare denaro l’inflazione era il 21%, ma fa niente la crescita dal 1970 in poi è diminuita ogni anno fino al 2008…
Noi siamo ricchi quanto produciamo.
Il ragionamento sopra è non esistono sprechi, se domani assumessimo tutti dipendenti pubblici per scavare buche l’economia andrebbe bene e saremmo ricchi…ora vediamo come sono ricxhia Cuba dove era così e solo in parte è cambiato.
L’economia è quello che produciamo, non la carta che stampiamo.
Grazie Alfonso per il commento.
Le ricordo che l’inflazione alla fine degli anni 70 era legata al “trascurabile” fatto che la crisi petrolifera aveva quadruplicato il costo dell’approvvigionamento energetico, se n’è dimenticato? Inoltre, le ricordo che tale tasso di inflazione nominalmente “alto” era significativamente calmierato dalla scala mobile per cui i suoi effetti sul salario reale dei cittadini erano decisamente poco significativi. Quanto alla crescita, non so da dove tragga le sue conclusioni ma i dati ci dicono che per tutti gli anni 70 e fino al 2008 il PIL nominale è sempre aumentato (https://www.blia.it/debitopubblico/).
In conclusione, la letteratura economica (fatta eccezione per i seguaci del criminale Friedman e i suoi chicago boys) non descrive alcun automatismo tra emissione monetaria e inflazione, tant’è vero che il QE di Draghi (emissione gigantesca di massa monetaria) non sta avendo alcun impatto sulla deflazione ormai cronica. Quindi di cosa stiamo parlando? Come corollario a quanto sopra, tengo a precisare che nel mio post non ho scritto “BISOGNA STAMPARE MONETA E LANCIARLA DAGLI ELICOTTERI SULLE PIAZZE” bensì ho descritto una emissione monetaria basata sulle reali e effettive necessità di investimento e mantenimento dei servizi pubblici secondo i valori e gli obiettivi indicati dai cittadini. Le suggerisco di rileggersi l’articolo e concentrarsi sulla metafora del bisturi: l’economia è uno strumento, si può adoperare male oppure si può adoperare correttamente tutto in funzione di ciò che si desidera ottenere.
E’ una trattazione efficacissima, complimenti! Hai anche ben chiarito cos’è l’avanzo primario… non condivido solo una cosa: IL TITOLO. Avrei evitato la battuta ironica “grillino medio”… la trovo irrispettosa, se non offensiva, per questo temo che i grillini difficilmente leggerebbero l’articolo, anche se ne avrebbero bisogno come l’aria… Condividerò senz’altro l’articolo, ma aggiungerò una nota di scuse verso i grillini, qui assimilati ad analfabeti funzionali, ma che invece sono soltanto falsamente informati…
P.S. Capisco che è una provocazione, ma il popolo a cui si rivolgono i 5 stelle è troppo arrabbiato per prendere a bene una battuta ironica sul loro livello intellettivo….
Grazie per i complimenti!
In merito ai Grillini, certamente la mia voleva essere una provocazione ma solo nell’accostamento all’analfabetismo funzionale: gli analfabeti sono scusabili per manifesta mancanza di strumenti cognitivi. Invece, nel 2016, dopo 5 anni di crisi, nonostante il web (quindi il loro “regno” di elezione) e non solo pulluli di possibilità di informarsi correttamente, i grillini sono ancora qui a belare di Reddito di Cittadinanza e di lotta alla corruzione come priorità per il paese, appesi alle labbra di leader che ogni settimana ribadiscono, nemmeno troppo tra le righe, di non voler rigettare l’€uro.
Non si tratta di lacune informative: si tratta di fanatismo e ottusità.
Grazie comunque per la condivisione.
Le cose complesse spiegate con ironia sono sempre piu’ digeribili e comprensibili da capire ! Avevo gia’ compreso 3 anni fa il motivo della crisi. Me lo stampo giu’ in multipla copia da fare leggere a piu’ persone possibili. Gia’ condiviso via FB E TW.
Grazie.
Grazie Daniele. L’intento era proprio quello che hai sottolineato tu: rendere comprensibili le cose. Grazie per la diffusione!
Come sempre, esplicativo con un pizzico di ironia!
Bravo Elia 😉
Grazie 🙂
Ciao Elia,
tutto molto chiaro,
il messaggio arriva….e come!
Mi fa piacere: l’obiettivo è proprio quello!
bellissima….Elia …..super bella….semplice chiara e comprensibile anche ai miei figli…….chissà se la capissero in tanti o meglio tutti……forse ci sono persone che a leggerla tante volte non ci riescono o tante altre che a leggerla non intendono proprio ammettere che così sarebbe meglio…..boh….vediamo come va a finire…!!!